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DEFINIZIONE della PAROLA
"DIO"
Se si prova a fare questa domanda
a piu’ persone, si hanno le piu’ diverse risposte. Vi sara’ chi dice "non
lo so", chi risponde che "non esiste" oppure altri affermeranno
che credono per "fede". I cosiddetti atei sono certi della non
esistenza, ma non riescono a dimostrarlo se non dietro una falsa risposta: non
lo vediamo dunque non c’e’, mentre i religiosi assicurano che esiste. Alla
richiesta di dire "dov’e’", questi ultimi rispondono "e’ nei
cieli", ma quando si chiede loro quali sono o dove sono questi cieli, non
sanno rispondere. Non parliamo poi delle domande del tipo: chi e’ Dio o cosa
e’, oppure hai mai visto Dio? Anche coloro che si reputano teologi non sanno
rispondere completamente e coerentemente a questi interrogativi. Di fronte a
queste realta’, il vero studioso deve porsi una precisa considerazione: di
qualche cosa che non si conosce, non si e’ visto, ne’ toccato, ne’ si sa
definire con precisione, NON si puo’ dire NE’ che esista, NE’ che NON esista;
di conseguenza e’ di tutta evidenza che e’ un NON SENSO fare affermazioni
fideistiche o ateistiche se non siamo in grado di dimostrarle anche ai
bambini.E’ il caso d’intraprendere un’altra strada per cercare di avere una
risposta esauriente e comprensibile, per poter prendere maggiore coscienza su questo
problema. La parola sulla quale verte il problema e’: DIO; questa e’ una parola
italiana, che deriva dal latino “Deus”, con cui in tutte le religioni s’indica
l’essere supremo, sia quello cristiano sia quello giudaico o pagano. La sua
definizione, leggendo un dizionario d’italiano, e’ piuttosto incompleta:
ESSERE/ENTE SUPREMO, CAUSA DI TUTTA LA REALTA ’. Per riScoprire la vera essenza
etimologica della parola Dio, si deve risalire nel passato, ai vari
"etimi" nelle varie lingue, le piu’ antiche possibili e riprendere
conoscenza sulle molteplici definizioni usate dall’uomo per questa parola nel
corso dei tempi. Nello stadio piu’ antico delle lingue semitiche del Vicino
Oriente Antico, dove intorno al XIV-XII secolo a.C. e’ nato il giudaismo, “ ’el
“ era il nome comune per significare “dio”, “ divinita’”. Questo termine, con
lo stesso significato aveva alcune varianti secondo la lingua: in accadico
(antico assiro-babilonese) e in sumero si diceva “”ilum” (femminile “iltu”,
plurale “ilu”), in amorreo si diceva “‘ilum”, in ugaritico “’l” in fenicio ed
ebraico “’el”, in arabo classico invece “’ilah” da cui poi deriva il nome da
tutti conosciuto “Allah”. Nella Bibbia ebraica con il nome di “’El” s’indica
generalmente il Dio dei Giudei, anche se, a giudizio di alcuni studiosi, in
alcuni passi questo e’ utilizzato per indicare un dio pagano. Sempre nella
Bibbia ebraica, si possono trovare tre forme diverse di questo nome, che gli
studiosi ritengono siano interscambiabili: “’El”, “‘Eloha” e “’Elohim”,
quest’ultima e’ la forma plurale di “’El”, mentre “’Eloha” sarebbe una forma
singolare secondaria, derivata da “’Elohim”.Al di la’ di queste forme generiche
con cui nella Bibbia s’indica il nome di Dio, vi e’ un passo in cui la
divinita’ fornisce il proprio nome; e’, quando Mose’, nel famoso episodio del
roveto ardente nel terzo capitolo del libro dell’Esodo, e’ chiamato da Dio
perche’ faccia uscire gli Ebrei dalla terra d’Egitto. A un certo punto Mose’
dice: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: il Dio (‘Elohim) dei vostri
padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: come si chiama? E io cosa rispondero’
loro? Dio (‘Elohim) disse a Mose’: Io sono colui che sono (Yahweh asher yihwe)”
(Esodo, 3,14). Il nome proprio del Dio d’Israele e’ allora “YHWH”. Questo nome
proprio di Dio di quattro lettere, in greco chiamato “Tetragrammaton” (Tetra
gramma = quattro lettere), come tutte le parole ebraiche si scriveva senza le
vocali, percio’ la pronuncia ando’ persa gia’ nella tradizione giudaica
medievale; d’altronde la sacralita’ del nome impediva che fosse pronunciato,
dovendo, percio’, ricorrere a sistemi alternativi. Nella Bibbia ebraica, ad
esempio, questo nome e’ scritto con le vocali della parola “Adonai” (mio
Signore), che nelle bibbie anglosassoni hanno generato l’errata lettura di
“Geova”, da cui i “Testimoni di Geova” hanno preso il nome. Oggi tutti gli
studiosi concordano, pero’, che l’esatta pronuncia del nome di quattro lettere
e’ “Yahweh”: piu’ complesso capire la sua etimologia. Sebbene non ci sia un
consenso generale, si suppone che il nome rappresenti una forma verbale
derivata dalla radice “hwy”, piu’ tardi divenuta “hij” che significa “esistere,
esserci”. Nella Bibbia greca dei LXX questo nome e’ tradotto con “Colui che
e’”; la Vulgata latina di San Girolamo con: “Io sono colui che sono” (Ego sum
qui sum), mentre nelle bibbie moderne, sull’impronta della versione latina di
San Girolamo, si traduce con “Io sono colui che sono”. I Cristiani hanno quindi
utilizzato impropriamente il nome personale di Dio sostituendolo, nelle varie
traduzioni della Bibbia, alla parola “YAHWEH”; infatti, nell’Antico Testamento,
questo viene generalmente tradotto con “il Signore”. Nella Bibbia, infatti,
quando Mose’ "incontro’ Dio", egli uso’ per descriverlo l’espressione
grafica e fonetica dello SCHEM (la parola Schem, significa il NOME): (suono)
YAHWEH. Questa parola era al tempo di Mose’, 3.400-3200 anni fa, scritta cosi’:
Nel primo rigo in caratteri
fenici, nel secondo in caratteri paleoebraici, e nel terzo in caratteri ebraici
moderni; le lettere sono sempre scritte da destra verso sinistra. Questi sono i
segni grafici che corrispondono alle lettere dell’alfabeto Fenicio ed Ebraico:
YOD-HE-WAW-HE (pronuncia YAHWEH); in seguito si uso’ la prima lettera del
tetragramma (IOD) per indicare il sacro nome, questo per abbreviarne la
scrittura. Le "4 lettere" erano anche pronunciate separate:
IOD-HE-WAW-HE e sempre e comunque rappresentavano Dio nella sua eterna fusione
con la Natura. Or essendo stato nell’antichita’ "unico" il nome e
formulato con le lettere (e vocali) della Vita e della Creatura, gridando
YAHWEH o IOD-HE-WAW-HE in modo mascherato, si voleva dire Uomo Dio sei, ti
riconosco, ti ravviso, trasformato anche sotto la maschera del fisico. Ogni
lettera corrispondeva a delle idee e concetti per cui il compositore delle
parole le assemblava tenendo conto del singolo significato; ogni sensazione
esprimeva suoni che il formulatore, compositore, aveva nell’osservazione dei
fenomeni della natura; egli scopriva cosi’ le FUNZIONI i VERBI, le COSE i NOMI,
le QUALITA’ gli AGGETTIVI e le RELAZIONI fra le lettere e le parole. Noi
chiamiamo i Segni di quegli Alef-Beth, ALFA-BETi, gli ARCHETIPI; purtroppo nei
nostri linguaggi ed alfabeti moderni si e’ persa quasi tutta questa verginita’
del suono, segno, sensazione, concetto. Le lingue di quegli alfabeti, possiamo
chiamarle Lingue VERE e VIVE, mentre oggi formuliamo dei suoni e scriviamo dei
segni che sono MORTI, questo perche’ l’uomo moderno non riesce piu’ ad
attribuire, alle lettere dei nostri alfabeti, concetti precisi come
nell’antichita’. Fatta questa premessa, si ritorna all’analisi del suono,
segno: YHWH cercando di scoprire i significati Nascondenti e Significanti di questa
meravigliosa parola. La parola YAHWEH e’ cosi’ vocalizzata perche’ formata da
sole consonanti: essa e’ anche composta dalla vocale IOD e da una radice HAOUE’
(HE’ + UAU + HE’) che null’altro e’ che la voce del verbo ESSERE, Participio
Presente, Essente, il Partecipante, colui che E’, cioe’: Io Sono, Ero e Saro’.
Lo IOD e’ la decima lettera, dell’alfabeto ebraico, e si utilizza per scrivere
il numero “ 10” (il 10 osserviamo analogicamente come segno grafico e’ composto
di Una Unita’ un Finito e da uno ZERO simbolo dell’Infinito o di un BUCO,
oppure indica che l’Uno e’ passato ad un altro piano o livello: quello delle
Decine). La consonante IOD rappresenta la funzione del Concentrare, cioe’ il
Movimento Concentrante, il significato che l’unione della radice, Essere,
l’Essente con la funzione Concentrante ha, ed e’ questo: l’Infinito si
Concentra, cioe’ si’ auto limita con il Movimento continuo nel Finito nel
Punto. Essa esprime anche l’idea della Manifestazione Potenziale, della
Intellettualita’, che e’ la possibilita’ di elaborare le Idee, dell’Eternita’
Concentrate in una Unita’; infine lo IOD rappresenta anche la Mano Creatrice
dell’Uomo. La radice di 3 lettere (H-W-H), e’ formata da 2 lettere uguali (una
funzione divisa in due Forze Complementari) e da una lettera: W, segno che
rappresenta la Funzione dell’Agganciare, nel senso del Riunire, legare assieme
queste 2 forze complementari. Secondo un "principio antichissimo", ma
entro contenuto, si puo’ vedere anche nel sacro Nome, ogni cosa dall’InFinito a
tutto cio’ che e’ Creato nell’UniVerso Finito, che e’ costituito da questo
"Principio Binario". Siccome, pero’, l’InFinito conTiene (insieme,
tiene dentro) anche l’InFormAzione, quando essa si rende complessa, si ha la
Manifestazione della CoScienza, nella Materia a struttura complessa Creata.
Nella radice del sacro Nome (YHWH) la W e’ il segno del raggiungimento del
massimo ordine fra i rapporti, ma indica anche la Centralita ’ fra due lati
opposti, indica l’Uomo, il suo valore numerico e’ 6 e per analogia si ricorda
che il numero 6 corrisponde ai 6 Elettroni dell’atomo di Carbonio; questo atomo
e’ la base essenziale di tutti i composti organici della Vita, uomo compreso.
Per i semiti, i nomi propri avevano un significato intrinseco: questo era
indicato dalla loro stessa composizione, dall’etimologia o dall’evocazione
nella pronuncia. Nel costume popolare, era frequente l’imposizione di nomi
teofori, con cui si voleva porre il bambino sotto la protezione della
divinita’, oppure s’intendeva ringraziare e pregare la divinita’ per il lieto
evento (es. Isaia = Iahve’ salva; Giosue’ = Iahve’ e’ salvezza, ecc.). Se
uniamo lo IOD ( la Y ) all’ALEF ( la A ), otteniamo l’antico suffisso che era
inserito nei Nomi degli uomini per indicare la potenzialita’ dell’Uomo, nell’Incarnare,
dare forma all’Infinito, cioe’ Dio nell’Uomo, IsaYA, GeremYA, EzechYA, ecc.
Riesaminando la radice di 3 lettere (H -W - H) voce del verbo Essere, Essente,
Ente, si nota che, a questa radice, e’ stato aggiunto lo Y che rappresenta
anche la Mano dell’Uomo, la potenzialita’ dell’Eternita’ e dell’Intelletto
Creativo, Partecipante e Trasformante. Se si osserva il tetragramma (le 4
lettere del nome sacro) si nota che: Esso e’ un Nome, (YAHWEH) cioe’ permette
di "distinguere", e’ un Verbo (Essente), cioe’ permette di
comprendere la sua "funzione", e’ un Aggettivo (Eterno), cioe’ indica
la sua "qualita’" ed infine indica la "relazione" fra SE’ e
gli "altri" i simili, i Viventi. Nella radice H, W, H vi sono 2 lettere
uguali, nel segno grafico originale, apparentemente contrapposte, ma in stretta
correlazione con la W che e’ la lettera che "aggancia", che correla.
Tutte le precedenti definizioni portano, finalmente, a considerazioni piu’
complete sui veri significati della parola YAHWEH, parola "sacra" che
i religiosi non hanno compreso e che poi per convenzione hanno trasformato e
sostituito nella Bibbia e nel parlar comune con la parola "Dio" o
piu’ genericamente tradotta “il Signore”, perdendo nel corso del tempo il suo
profondo significato. E’ di tutta evidenza che queste 4 lettere indicano sia
l’Uomo quale Dio in stato di Manifestazione, sia l’Insieme di tutti gli esseri
che esistono, sia lo Spirito, il Pensiero Universale che e’ OMniPresente
(sempre ed ovunque presente in ogni forma creata); la parola OMni deriva dalla
radice sanscrita AUM od OM. Inoltre, questa parola YAHWEH, indica nel suo
insieme anche l’Eternita’: IO SONO (presente), IO ERO (passato), IO SARO’
(futuro). Piu’ semplicemente indica l’ESSENTE, il Partecipante, COLUI che ha
PERCEZIONE di SE’, l’Esistenza Totale (Presente - Passato - Futuro), cioe’:
Tutto cio’ che vive ed ha percezione di SE’. In altre parole l’Ego/IO e Dio
sono sinonimi; l’Essere Uomo, e’ un Dio in fase di manifestazione ed il piu’
delle volte non lo sa e non fa onore al proprio titolo di "Divino". E
ancora, l’Infinito si specchia nel Finito, per avere percezione di Se’ e degli
altri tendenti all’Infinito Se’; essi per definirsi si pongono nel Limite, per
potersi sentire Vivi, Essenti e Partecipanti. L’InFinito (cio’ che contiene il
tutto) e’ In Potenza d’Essere e questo in tutti i suoi Punti matematici (Enti)
che divengono eternamente Esseri/Essenti per caratteristica intrinseca propria
dell’InFinito; la parola enTe significa anche "dentro di Te".
L’InFinito quindi, non puo’ che manifestarsi in InFiniti Enti o modi e MAI in
uno solo, quindi, o Dio e’ in tutte le forme, cioe’ e’ in ogni tipo di
manifestazione dell’InFinito nel Finito oppure non e’ OmniPresente, ne’
OmniSciente. Tutto cio’ significa semplicemente che l’InFinito e’ il
"Dio" dei religiosi ed Egli e’ manifestato in TUTTO ed in TUTTI gli
esseri creati; quindi l’Infinito e’ la Potenzialita ’ della capacita’ di
Essere, (il Moto, la Vita ) cioe’ di esistere, di Comprendere di essere (quindi
e’ anche l’Intelletto) e di Percepire di non essere soli: e’ anche la Coscienza
, e di vivere in ComPartecipAzione con gli altri Infiniti Esseri all’Infinito.
Come si puo’ osservare, le varie moderne edizioni della Bibbia, molto spesso
non tendono a rendere pienamente il testo originale ebraico, generando
divisioni ed interpretazioni diverse.
Dunque il nostro Ego/IO e’ una
parte (un Punto/Ente) integrante dell’Infinito, del Grande "Vuoto",
Eternamente inStabile, ovvero in continuo moto; egli forma il proprio
Spazio/Tempo, per avere un nuovo punto dal quale osservare la Manifestazione
Infinita. Un grande scienziato contemporaneo ha detto: "l’Universo e’ come
un circuito auto eccitato, esiste per essere osservato ed osservandolo lo si fa
esistere". Quindi, cio’ significa che "Dio", l’InFinito, ha
bisogno di tutti NOI per manifestare il Creato e vivendo, osservando, cioe’
facendo cio’ che DOBBIAMO fare, in Armonia con le Leggi della Manifestazione,
lo facciamo ESISTERE e quindi lo si rende Comprensibile, Visibile a TUTTO. Le
religioni moderne e sopra tutto quelle cosiddette monoteiste, hanno dimenticato
quanto sopra esposto e hanno perso i veri significati di quel Sacro Nome che,
invece, le religioni antiche (oltre i 2.500 anni or sono), conoscevano. Queste
nuove religioni hanno completamente dimenticato anche gli "dei/forze"
della Natura e diviso, allontanato l’uomo da essa, inventando un
"dio" invisibile, impalpabile, incontrollabile e lontano, di
conseguenza irraggiungibile. Infatti, esse affermano che dio e’ nei cieli,
senza sottolineare che e’ anche "qui", dentro ogni cosa creata; cosi’
si fa, ovviamente, perdere il contatto intimo, l’unione, il rispetto ed anche
il timore degli dei/forze della Natura. Ecco dove sta il seme dello
sfruttamento e dell’inquinamento della Natura, che solamente oggi vediamo
concretizzarsi, ma che e’ stato insegnato, esportato, sopra tutto dalle nazioni
"civilizzate e moderne" con religioni dominanti
"monoteiste". Ci sono voluti 3.000 anni circa per vedere i nefandi
aspetti di una profonda deviazione spirituale dell’uomo; invece che civilta’,
e’ scaturita una profonda ignoranza, ci si e’ fatti male da soli, distruggere
il proprio habitat e’ la massima stupidita’, nessun animale si comporta cosi’.
La vera Conoscenza porta l’Uomo e la Natura verso l’evolversi di entrambi, non
verso la propria o la altrui estinzione; infatti, l’uomo cosiddetto
"religioso" ha diviso se stesso da Dio e teso a dividere l’intera
umanita’ e la Natura dal vero Dio, cioe’ da Tutto cio’ che Vive, portandolo
verso la pazzia dell’auto distruzione e della divisione fra credenti ed atei,
fra religioni Orientali e quelle Occidentali o fra quelle del Nord o del Sud
del mondo e fra esse stesse, fra Cristiani e Musulmani o Ebrei o Induisti, ecc.
A questo punto vediamo di "osservare" la parola YAHWEH da un altro
Punto di Vista: questa parola e’ composta di piu’ segni formati ognuno da piu’
segmenti di linea, che s’intersecano fra loro e formanti un segno convenzionale
chiamato lettera. Che cosa e’ una LINEA ? (vedi dizionario): "Essa e’ una
figura Geometrica (cioe’ spaziale) che si estende solo in lunghezza ed e’
costituita dall’insieme di tutte le posizioni successive occupate da un PUNTO
mobile". Ma che cosa e’ un Punto? (vedi dizionario): "Il piu’
semplice degli ENTI geometrici PRIVO di DIMENSIONI, cioe’ con spazio e tempo
tendenti all’Infinito". Che cos’e’ un Ente ? (vedi dizionario):
"Qualsiasi Essere REALE o POSSIBILE". Si torna, cosi’, attraverso un
altro "punto di vista", alla stessa definizione della radice HYH, voce
del verbo Essere (verbo intransitivo, con tempo/spazio Infinito), il quale
coniugato al Presente suona cosi’: IO SONO, TU SEI, EGLI E’, NOI SIAMO, VOI
SIETE, ESSI SONO. Ritorna, di nuovo, la certezza che il nostro IO e’ un punto
di osservazione dell’Infinito; infatti, in ebraico biblico l’infinito si dice:
“‘ein sof” (= non finito). Se prendiamo la prima parola solamente, che
significa “non” e permutiamo queste tre lettere con la tecnica della Temura,
comunemente usata dai cabalisti, essa diviene “’Ani”, una forma della prima persona
del pronome personale, la quale significa semplicemente: l’Ego/IO; tutto
conferma quello che si sta riScoprendo. Una delle migliori definizioni
postulate fino ad ora sull’Infinito e’: definiamo Infinito quel qualcosa o
quell’Idea, che ha o avra’ spiegazione di Se’, in Se’, in ogni punto di Se’.
Bisogna ricordare che NON si puo’ giungere a Dio nello spazio o nel tempo, ma
SOLAMENTE nei piani di Coscienza, di Consapevolezza, che sono i piani dello
Spirito, Anima, Pensiero, cioe’ quelli dell’Ego/IO; infatti, la parola InFinito
significa anche "dentro nel Finito" e in una frase del vangelo dei
Cristiani, sta scritto lo stesso concetto: "Il regno dei cieli e’ Dentro
di VOI".